Testo e contesto nella musica: “Olly meets The Good Fellas”
Ricontestualizzare: quante volte, in ambito comunicativo, abbiamo sentito ripetere questa parola? La differenza tra testo e contesto fa sì che un medesimo contenuto, se veicolato in ambiti differenti, possa assumere connotati e valori semantici diversi. Ciò vale anche per la musica: una stessa canzone può essere riletta, ossia ricontestualizzata, in mille e più campi.
“Olly meets The Good Fellas” non è che l’ennesimo, geniale, esempio di questo discorso. Il progetto è stato concepito da Max Cantù di Bagana Records che, dopo aver riascoltato un live del
Il primo singolo, “No one knows”, è stato portato al successo pochissimi anni fa dai Queens of the Stone Age (nel video compariva anche Dave Grohl, ex Nirvana e ora leader dei Foo Fighters), ma Olly e i Good Fellas se ne infischiano del suo originario spirito rock e lo reinterpretano con tanto di trombetta e anime stilistiche anni trenta. Ancora più divertente è “Beautiful people” di Marylin Manson: irriconoscibile; dall’estremamente satanico si passa, per antitesi, ad atmosfere quasi celestiali, sicuramente meno inquietanti. Ma non ci sono solo canzoni di respiro internazionale; Luigi Tenco impera incontrastato con ben tre, splendide, composizioni: “Cara maestra”, ironico pamphlet contro la discriminazione e le disuguaglianze nella società odierna, “Triste Sera” e “Vedrai Vedrai”. C’è pure Adriano Celentano, con “Un bimbo sul leone”, poco conosciuta ma comunque valida. Merita una menzione anche “Do you remember rock’n’roll radio?” dei Ramones: nel 2001 il loro defunto cantante, Joey Ramone, pubblicò la versione punk di “What a wonderful world”, celeberrimo classico del jazzista-swingman Louis Armstrong. Ora, in un ideale contrappasso o, se preferite, omaggio ricambiato, il jazz-swing addolcisce e cambia la fisionomia ad un brano punk. Fantastico. Se non ci fosse il contesto, il testo da solo potrebbe fare ben poco!

